Il gioco delle reincarnazioni in Tibet
Un anno da record per la coca nel mondo. Baltico: reti criminali, spie russe 🇷🇺 o entrambe le cose?
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Il gioco delle reincarnazioni
(Monastero di Labrang, Gansu, foto mia)
Come avrete letto un po’ dovunque, il Dalai Lama ha compiuto 90 anni e ha annunciato che la sua prossima reincarnazione si manifesterà tra le comunità tibetane all’estero, e quindi lontana dall’influenza della Cina 🇨🇳.
Non si tratta «solo» di una questione di fede: il Dalai Lama non è semplicemente la guida spirituale (e per molti anni anche il leader politico) di milioni di tibetani, è anche una spina nel fianco per l’egemonia del Partito comunista cinese e lo snodo di innumerevoli giochi politici più o meno segreti tra pesi massimi internazionali come Pechino (che vuole nominare un Dalai Lama fedele al Partito) e l’India 🇮🇳 (che ospita la più vasta comunità di tibetani in esilio del mondo e vede la Cina come il suo rivale più insidioso), con qualche contributo dagli Stati Uniti 🇺🇸, sempre alla ricerca di occasioni per ostacolare la Cina.
Senza offendere le convinzioni di milioni e milioni di persone, cristiani e buddhisti, il «Gioco delle Reincarnazioni» somiglia per certi aspetti alla Lotta per le Investiture, con ogni contendente in campo che cerca di influenzare le nomine dei prossimi Lama per conquistare il cuore e le menti dei fedeli, e nel corso degli anni si è combattuta senza esclusioni di colpi:
Il Panchen Lama - la seconda figura più importante del buddhismo tibetano- è sparito dalla sua casa in Tibet nel 1995, all’età di sei anni, poco dopo che la sua reincarnazione era stata certificata dai monaci fedeli al Dalai Lama. A quanto pare è stato preso in consegna dai funzionari del Partito comunista cinese, che lo hanno «rieducato» e hanno nominato al suo posto un altro Panchen non riconosciuto dalla maggioranza dei tibetani.
In un vecchio articolo per Il Foglio raccontavo dei tentativi di fomentare uno scisma da parte del Partito sfruttando le fronde di una scuola buddhista «scomunicate» dallo stesso Dalai Lama, e in questa puntata di Black Ops potete ascoltare il racconto dell’avventurosa fuga del Karmapa Lama - la terza figura più importante della gerarchia tibetana - in quella che secondo alcuni è stata una complicata operazione di esfiltrazione tra Cina 🇨🇳 , Nepal 🇳🇵 e India 🇮🇳 condotta con l’aiuto dei servizi segreti indiani:
Insomma, la prossima reincarnazione del Dalai Lama sarà un complesso duello religioso da seguire con molta attenzione.
(Si dice che questa porta di una casa del Qinghai ci fosse un «Buddha vivente», ma purtroppo io e altri giornalisti occidentali non siamo riusciti a incontrarlo)
(Losar- Capodanno Tibetano 2012 in un monastero del Qinghai. Foto della compianta Susetta Bozzi)
Cocaina: un anno da record
(Porto di Gioia Tauro; foto mia)
Il passaggio dalle questioni spirituali tibetane al traffico di droga è un po’ brusco, ma nello spirito di questa newsletter c’è sempre il racconto di aspetti apparentemente insoliti della realtà che finiscono per avere conseguenze su tutti noi.
La notizia va raccontata.
La produzione, il consumo e i sequestri di cocaina hanno battuto un nuovo record: è il risultato dell’ultima edizione del World Drug Report, il dossier elaborato ogni anno dalla UNODC (United Nations Office on Drug and Crime), che si basa sui dati disponibili più recenti, quelli del 2023.
Le stime UNODC indicano che nel 2023 la produzione di cocaina è aumentata di circa un terzo per raggiungere la quota record di oltre 3708 tonnellate; l’aumento è dovuto soprattutto all’estensione delle zone dedicate alla coltivazione della coca, non solo in Colombia 🇨🇴 e negli altri produttori tradizionali (Bolivia 🇧🇴 e Perù 🇵🇪), ma anche in nazioni entrate nella produzione più di recente, come il Venezuela 🇻🇪 di Nicolàs Maduro, che tra .
Ovviamente la produzione aumenta a fronte di una crescita della domanda, e quindi il numero di consumatori - concentrati soprattutto in Nord America, Europa e America Latina - è cresciuto fino a quota 25 milioni (contro i 17 milioni di 10 anni prima).
Come scrive Don Winslow nella spettacolare trilogia del Cartello «il problema messicano del traffico di cocaina in realtà è il problema americano del consumo di cocaina», e lo stesso ragionamento si può applicare all’Europa 🇪🇺: secondo il rapporto della European Drugs Agency pubblicato la scorsa settimana i record si susseguono anche nell’Unione europea, dove con 419 tonnellate di coca confiscate si è superato il record per il settimo anno consecutivo. A guidare la classifica dei sequestri è il Belgio 🇧🇪 (123 tonnellate), seguito dalla Spagna 🇪🇸 (118 tonnellate) e dai Paesi Bassi 🇳🇱 (59 tonnellate).
La questione non è di tipo morale, ma politico ed economico: se la cocaina può provocare effetti particolarmente odiosi sulla psiche e sulla salute dei consumatori, è anche ormai talmente diffusa da godere di una tolleranza sociale molto ampia. La famosa Finestra di Overton, insomma, è sempre più larga.
Ma l’impatto del narcotraffico sull’economia, sulle tensioni sociali e sui divari tra ricchi e poveri può essere immenso.
Come abbiamo visto in diversi numeri precedenti di questa newsletter, l’aumento della violenza di strada è ormai una costante in diversi paesi europei :
Inoltre - tanto per fare un esempio tra tanti - è di questa settimana la notizia del sequestro di beni per il valore di 4 milioni di euro a una famiglia della mafia albanese 🇦🇱 in provincia di Verona.
Una delle ragioni che mi ha spinto a scrivere Duello- Caccia globale al boss dei narcos calabresi è la paura di ritrovarsi dinastie di narcotrafficanti come i Morabito a pilotare interi settori dell’economia, schiacciando il mercato legale, i diritti e il tessuto sociale.
Un incubo che in Calabria - da dove scrivo in questo momento - è già realtà, perlomeno a certi livelli, e che potrebbe presto concretizzarsi ovunque.
Baltico: criminali o agenti stranieri?
(Mar Baltico, foto della Marina Militare dell’Estonia 🇪🇪)
Inoltre, l’ascesa delle organizzazioni criminali assume sempre di più contorni politici, perché per intere nazioni gli affari illeciti sono una delle principali fonti di introiti e la sovrapposizione tra mafie e stato è ormai quasi completa: nella prima puntata del podcast La Crepa raccontavo ad esempio che per la Bielorussia 🇧🇾 di Aleksandr Lukashenko il contrabbando di sigarette in tutta Europa rappresenta una delle voci principali di bilancio e che in caso di operazioni militari (leggi: invasione della Lituania 🇱🇹) le reti di trafficanti possono essere prontamente convertite in squadre di guastatori.
A proposito: oggi esce la seconda puntata di La Crepa, stavolta ci spostiamo in Lettonia 🇱🇻 e si parla di guerra sottomarina ed esercitazioni militari sul fianco est della NATO in vista della prossima movimentazione di truppe russe 🇷🇺 e bielorusse 🇧🇾.
Potete ascoltare la nuova puntata qui:
E anche per questa settimana è tutto.
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Grazie per l’attenzione e alla prossima!